Altre Chiese

Chiesa di San Francesco d’Assisi

La Chiesa di San Francesco d’Assisi risale, per la sua parte più antica, al XIII secolo. Successivi rimaneggiamenti, intercorsi tra il Seicento e il Settecento, ne hanno radicalmente trasformato la struttura.

La facciata è articolata su due livelli. Al piano terra il portale ha un portico ad arco. Il piano superiore presenta due corpi aggettanti laterali con parte centrale concava. L’interno è a tre navate con dieci altari barocchi disposti lateralmente. Pregevoli sono le tele e le opere d’arte appartenenti a epoche differenti come il presepe in pietra attribuito a Stefano da Putignano (fine XVI secolo). Importanti sono le statue lignee dei due ladroni (opere di Vespasiano Genuino), la cui “orrida bellezza” venne ricordata da Gabriele D’Annunzio, giunto a Gallipoli nel 1895.

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Santissimo Crocifisso (sinistra) e San Domenico al Rosario (destra)

Chiesa di San Domenico al Rosario

La chiesa di San Domenico al Rosario, annessa all’ex convento dei Domenicani, fu riedificata negli ultimi anni del XVII secolo sulle rovine di un antico tempio. Fu sede della confraternita del Rosario. La facciata è in carparo decorato con nicchie e motivi floreali. L’interno, a pianta ottagonale con volta in pietra finemente decorata, ospita dieci altari barocchi impreziositi da alcune tele di Gian Domenico Catalano. L’adiacente chiostro del convento conserva affreschi raffiguranti la flotta cristiana all’ancora nella rada di Gallipoli dopo la battaglia di Lepanto.

Chiesa del Santissimo Crocifisso

La chiesa del Santissimo Crocifisso, sede dell’omonima confraternita, venne eretta nel 1750 sui terreni di proprietà dei padri Domenicani, acquistati nel 1741. La facciata è ripartita in due ordini da una trabeazione ed è caratterizzata da una grande maiolica ottocentesca che raffigura il miracolo della traslazione del quadro della Vergine del Buon Consiglio e da una nicchia contenente un croce lignea recante il messaggio: IN HOC SIGNO VINCES. L’interno, a navata unica riccamente decorata con stucchi, ospita un pregevole altare maggiore su cui è collocata un’antica scultura lignea del Cristo morto che viene portata in processione durante i riti della Settimana Santa. Decorano la navata nove tele (di Aniello Letizia), un pulpito barocco, piccole statue raffiguranti personaggi biblici e angeli, gli stalli della confrata (del 1867) e la statua lignea del XVIII secolo di san Michele arcangelo.[24]

Chiesa di Santa Maria della Purità

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La chiesa di Santa Maria della Purità, sede dell’omonima confraternita, fu edificata nel 1664. La facciata è delimitata lateralmente da due lesene e termina con un cornicione in carparo leggermente aggettante sul quale poggia un frontone con due pinnacoli laterali. Viene caratterizzata da tre pannelli in maiolica raffiguranti la Madonna della PuritàSan Giuseppe e San Francesco d’Assisi. L’interno è ricco di stucchi ed ospita un altare maggiore in marmo con pala di Luca Giordano raffigurante la Madonna della Purità tra san Giuseppe e san Francesco d’Assisi. Numerose tele settecentesche ricoprono le mura perimetrali della navata, molte delle quali opera di Liborio Riccio.[25]

Chiesa di Santa Maria degli Angeli

La chiesa di Santa Maria degli Angeli, edificata nella seconda metà del XVII secolo, sorge lungo il perimetro delle mura, di fronte all’isola di Sant’Andrea. Sede dell’omonima confraternita, composta da pescatori, agricoltori e artisti, presenta una semplice facciata con un pannello maiolicato che ritrae la Madonna degli Angeli. All’interno l’ingresso è sormontato dal settecentesco organo della controfacciata e la navata ospita grandi tele settecentesche di Diego Oronzo Bianchi da Manduria e l’altare maggiore in marmo del 1865. Lungo le pareti sono disposti i seggi dei confratelli contrassegnati dalle cariche di pertinenza.

Santuario di Santa Maria del Canneto

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Santuario di Santa Maria del Canneto

Il santuario di Santa Maria del Canneto si trova vicino al ponte che collega il borgo alla città vecchia sull’isola. Fu costruito nell’ultima metà del Seicento accanto al Seno del Canneto, il porto di Gallipoli più antico, dove in precedenza già esisteva un edificio sacro del 1504. Presenta un portico con tre arcate frontali e due laterali a tutto sesto con archi e l’interno è a triplice navata. Il soffitto ligneo è a cassettoni. Sulla parete di fondo si conserva l’antica effigie della Madonna del Canneto, legata a una leggenda cara ai pescatori del posto.

Chiesa del Carmine

La chiesa del Carmine, sede della confraternita di Maria Santissima del Monte Carmelo e della Misericordia, fu ricostruita nel 1836 e disegnata da Vito Donato da Galatone. La chiesa sorge sul luogo dove prima erano la chiesa di Santa Maria della Misericordia e l’oratorio dedicato alla beata Vergine del Carmine, abbattuti per le precarie condizioni statiche. L’edificio ospita un’edicola con una raffigurazione del Compianto sotto la Croce – un dipinto del 1931 di Giulio Pagliano -, il coro ligneo per i confratelli, l’altare maggiore e due altari laterali.

Chiesa Arciconfraternale della Santissima Trinità e delle Anime del Purgatorio

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Particolare dell’Arciconfraternita delle Anime del Purgatorio e della Santissima Trinità

La chiesa della Santissima Trinità e delle Anime del Purgatorio, sede dell’omonima confraternita, venne edificata tra il 1665 e il 1675 su disegno dell’architetto padre Carlo Coi. Presenta una semplicissima facciata, priva di qualsiasi elemento architettonico e decorativo; l’interno, a navata unica con presbiterio, ospita numerose tele di Giuseppe Franco e Liborio Riccio. Interessanti sono l’altare maggiore in oro zecchino del 1678 arricchito dalle statue di santa Teresa d’Avila e dell’Angelo Custode, la tela delle Anime del Purgatorio e la Trinità del 1684, l’organo del 1794 e l’ottocentesco pavimento maiolicato. Viene denominata gergalmente la “confraternita dei nobili” in quanto, in passato, solo a questi era ammesso di farne parte.

Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo

La chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, sede dal 1904 circa della Confraternita di San Giuseppe e della buona morte, fu edificata tra il 1598 e il 1600 e appartenne al soppresso monastero delle clarisse fondato nel 1578.
La chiesa, al quale si accede attraverso un pregevole portale finemente scolpito con motivi floreali, ospita una consistente raccolta di opere pittoriche attribuibili al gallipolino Giovan Domenico Catalano, prodotte a cavallo fra gli ultimissimi anni del Cinquecento e i primi anni del Seicento. Sull’altare maggiore è presente un grande dipinto del 1599 raffigurante i santi PietroPaoloFrancesco d’Assisi e Chiara d’Assisi. Nella navata sono collocati gli altari barocchi, con rispettive tele, della Crocifissione, di Santa Caterina d’Alessandria e dell’Annunciazione di Maria. Nella cantoria è situato un organo del 1779.

Chiesa conventuale di Santa Teresa

La chiesa di Santa Teresa, con l’annesso monastero delle Teresiane, fu costruita tra il 1687 e il 1690 per volere del vescovo spagnolo Antonio Perez della Lastra, del quale è visibile il marmoreo monumento funerario in cornu evangeli.
La sobria facciata presenta un unico portale d’accesso sormontato dallo stemma episcopale di mons. De Rueda e da un’epigrafe che ricorda l’edificazione della chiesa e la concessione dell’indulgenza plenaria ai fedeli che avessero recitato l’Ave Maria. Sovrasta il tutto una statua in pietra di Santa Teresa d’Avila.

L’interno presenta un grandioso retablo dell’altare maggiore, scolpito in pietra leccese, con il monumentale altare marmoreo policromo (prima metà del XVIII secolo). Tra le opere di maggior rilievo si segnalano il settecentesco organo montato sulla cantoria nel presbiterio, attribuibile al mastro organaro Carlo Sanarica, originario di Grottaglie e morto a Gallipoli nel 1770, e la tela raffigurante i santi Agostino e Ignazio di Loyola attribuibile alla scuola leccese del pittore Antonio Verrio.

Chiesa dell’Immacolata Concezione

La chiesa dell’Immacolata Concezione, sede della omonima confraternita, fu costruita tra il 1767 e il 1768. Il prospetto, inquadrato da due paraste con capitelli corinzi, presenta due porte d’accesso e una finestra centrale. L’interno, a navata unica riccamente decorata con stucchi, conserva numerose tele settecentesche. Pregevoli sono quelle raffiguranti le storie di Tobia eseguite da Oronzo Tiso nella seconda metà del XVIII secolo. L’altare maggiore è sormontato da una tela raffigurante l’Immacolata con san Francesco e san Giuseppe. In sagrestia sono custoditi un organo del 1560 e la statua dell’Immacolata in cartapesta.

Chiesetta di Santa Cristina

La piccola chiesa di Santa Cristina, situata presso il porto Peschereccio, di fronte al Rivellino, fu costruita nel 1607. Presenta un semplicissimo prospetto con portale architravato e un sobrio interno in cui si conserva una statua di santa Cristina di Bolsena. L’originario altare esistente fu trasferito nel 1770 nel vicino santuario del Canneto.
Sconsacrata per un certo periodo e adibita a deposito delle reti dei pescatori, fu recuperata e riaperta al culto nel 1865. Per santa Cristina, a cui la leggenda attribuisce il miracolo della fine dell’epidemia di colera che colpì la città nel 1867, si organizzano ogni anno solenni festeggiamenti.

Chiesa di San Pietro dei Samari

La chiesa di San Pietro dei Samari, situata in aperta campagna a sud della città, è un’antica costruzione bizantina. Deve il suo nome al vicino fosso dei Samari e la tradizione colloca la sua fondazione al periodo in cui l’apostolo san Pietro, in viaggio verso Roma, attraversò questi luoghi. Da un’incisione latina ottocentesca (probabilmente in sostituzione di una più antica), posta sul prospetto, si può dedurre che la chiesa venne edificata o ricostruita nel 1148 per volere di Ugo di Lusignano, un feudatario francese, condottiero dei Crociati.

L’edificio, il cui prospetto con motivi ad archetti pensili è nascosto da un settecentesco corpo di fabbrica, si presenta altamente compromesso a causa dell’abbandono e dell’incuria. L’interno si compone di un’unica navata, divisa in due campate scandite da possenti archi su cui si scaricano due cupole di copertura, terminante con abside semicilindrica. Nulla è rimasto dell’originaria decorazione, come ad esempio il dipinto, realizzato da Giovanni Andrea Coppola, raffigurante i Santi Apostoli Pietro e Paolo.

Chiese soppresse da decreto vescovile

A Gallipoli nel XVII secolo vennero costruiti numerosi edifici religiosi su indicazione dello storico Concilio di Trento convocato da papa Paolo III. Molti di essi sono scomparsi;[26]

  • “Confraternita di Sant’Antonio Abate” nel centro storico della città, che si trovava in via Giuseppe Ribera. I confratelli di questo oratorio indossavano un saio bianco, una mozzetta con le immagini e gli stemmi religiosi e un cappuccio nero. Oggi sui resti di questa chiesa estinta sorge una piccola cappella con una nicchia dedicata al santo.
  • Oratorio di Sant’Angelo (attuale biblioteca comunale e Archivio Storico)
  • Il convento dei Riformati di San Francesco d’Assisi
  • Il convento dei Domenicani, dedicato alla Santissima Annunziata
  • Il convento dei Paolotti, autorizzato nel 1622 dal vescovo Consalvo de Rueda non appena il prelato prese possesso della cattedra della diocesi di Gallipoli.
  • la chiesa di San Giusto
  • Il convento dei Cappuccini, intitolato a S. Maria delle Grazie
  • I conventi dei Mendicanti di Gallipoli non furono appressi nel 1600 per l’opposizione del clero diocesano di Gallipoli e del Capitolo della cattedrale.

Il vescovo Giuseppe Massa, nel 1652, aveva ricevuto dalla Congregazione sullo stato dei regolari una circolare con allegata la copia della bolla Instaurandae, e l’elenco dei conventi da sopprimere. Le autorità ecclesiastiche per opporsi alla decisione di Innocenzo X convocò il capitolo della Basilica Cattedrale gallipolina e il Decurionato della città, consapevole che la bolla emanata dal pontefice avrebbe avuto delle implicazioni negative sulla cittadina. mons. Massa, nel 1653, inviò alla Curia papale una supplica in cui veniva chiesto al papa di annullare il provvedimento di soppressione dei conventi. Nei primi del 1654 giunse a Gallipoli la notizia che la Congregazione sullo Stato dei Regolari aveva ritirato la bolla ed affermò l’utilità spirituale per gli abitanti del territorio di Gallipoli.

Altre chiese

  • Chiesetta di San Luigi
  • Chiesetta dei Santi Medici Cosimo e Damiano
  • Chiesetta di San Giuseppe
  • Monastero delle suore di clausura, fondato il 27 maggio 1692 dal vescovo castigliano Antonio Perez De la Lastra.
  • Ex oratorio e chiesa di Sant’Angelo, attuale archivio storico comunale (XV secolo)